Le ‘ntuppatedde di sant’Agata sono le vere protagoniste della mattinata del 3 febbraio. Esse danzano accanto alle candelore dedicate alla “Santuzza”, al ritmo della musica delle bande che le accompagnano.
Così le descrive Giovanni Verga nella raccolta di novelle intotolata Primavera ed altri racconti: “A Catania la quaresima vien senza carnevale; ma in compenso c’è la festa di Sant’Agata – gran veglione di cui tutta la città è il teatro – nel quale le signore hanno diritto di mascherarsi sotto il pretesto d’intrigare amici, i conoscenti, e d’andar attorno, dove vogliono, come vogliono, con chi vogliono, senza che il marito abbia il diritto di metterci la punta del naso. Questo si chiama il diritto di ‘ntuppatedda, diritto il quale, checché ne dicano i cronisti, dovette esserci lasciato dai Saraceni, a giudicarne dal gran valore che ha per la donna dell’harem”.

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La festa di Sant'Agata a Catania

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La Fontana del Ratto di Proserpina di Catania